Il Centro Storico rappresenta il cuore pulsante di Lecce, e il suo declino attuale è una ferita per chiunque, come me, ami profondamente la nostra città. La progressiva scomparsa di negozi e botteghe artigiane segnala una perdita di identità che non possiamo ignorare e che, anzi, deve essere immediatamente al centro della nostra azione politica e amministrativa.
La nostra comunità necessita di un equilibrio sostenibile tra sviluppo turistico e qualità della vita dei residenti, che non può essere ottenuto con provvedimenti punitivi. Gli ultimi sette anni hanno visto una serie di decisioni discutibili, tra cui una regolamentazione inefficiente della Zona a Traffico Limitato e un sostegno inadeguato ai piccoli imprenditori e artigiani, pilastri fondamentali della nostra identità culturale. Queste scelte hanno lacerato il tessuto sociale del nostro centro storico.
Il degrado non ha risparmiato nemmeno lo “spazio pubblico”, come dimostra la controversa rimozione delle panchine in piazzetta Santa Chiara, sostituite da tavolini che limitano lo spazio per la comunità.
Se, come credo, tornerò alla guida della città, mi impegno fin da ora a ricostruire una città autentica, che sia allo stesso tempo vivibile e accessibile. Questo processo dovrà iniziare ascoltando attivamente le voci di commercianti e residenti, di giovani e meno giovani, per lavorare verso una Lecce che rispetti le sue radici pur rispondendo alle esigenze del presente e aprendosi a nuove tipologie d’impresa, come le start-up e l’artigianato innovativo, ma anche rispettando e valorizzando chi da sempre vive e lavora nel centro storico della nostra città.
Solo così, Lecce potrà ritornare grande!
Fatemi sapere cosa ne pensate.